05/06
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"LA TANA DELLA IENA"
Storia di un ragazzo palestinese
dal libro "la tana della iena" di Hassan Itab


con Carlo Orlando
musiche in scena Simone Martino

Descrizione dello spettacolo: E’ Hassan che ci parla dal carcere romano in cui è rinchiuso. Lo seguiamo in un viaggio a ritroso nel tempo, un viaggio che parte da quella bomba lanciata in via Bissolati che gli è costata diciott’anni di prigione, passa per la scuola militare, iniziata a nove anni, e si spinge indietro fino all’infanzia trascorsa nel campo profughi di Sabra e Chatila, dove nel 1982, grazie alla copertura dell’esercito israeliano, i falangisti uccisero sua madre e i suoi fratelli, insieme a migliaia di altri palestinesi.

Il testo e l’autore: nato nel campo profughi di Chatila da una famiglia di Gerusalemme costretta a fuggire dal 1948, nella strage del 1982 perde sua madre, sua sorella e due suoi fratelli, Fadi quattordicenne e Ahmed di appena un anno e mezzo. Poco dopo, suo padre muore in un'imboscata. Così, a nove anni è pronto entrare nella scuola militare e diventare Figlio del Leone. Nell'Europa dei grandi, ci arriva quindicenne, non conoscendo né lingua né luoghi, ma è pronto per compiere un attentato ad un ufficio delle linee aeree britanniche a Roma, in via Bissolati. Subito dopo viene arrestato e detenuto prima a Casal di Marmo, poi nel carcere minorile a Rebibbia. Qui incontra altre storie, altri ragazzi che si trovano lì ma per motivi diversi dai suoi, con una cultura e una religione differenti. In carcere impara e leggere e a comincia a scrivere, per raccontare la sua storia.

Il Narratore dice: Il mondo in cui viviamo non soltanto è rigidamente diviso in buoni (noi) e cattivi (gli altri), ma inibisce, impedisce, qualsiasi narrazione che si discosti da questa suddivisione. Dare voce all’altro vuol dire allora provare ad uscire da questa gabbia. Raccontare “La tana della iena” rappresenta una doppia sfida. Una sfida per il narratore, che deve vincere il disagio di raccontare una storia scomoda, la storia di un terrorista. Una sfida per l’ascoltatore-spettatore, che viene messo, grazie alla narrazione secca e mai compiaciuta, davanti ad una storia che lo porta a mettere da parte i suoi pregiudizi.

Scheda tecnica: due proiettori di luce, una sedia

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